Come diffondere una notizia in rete in 4 mosse!
4 TATTICHE PER DIFFONDERE UNA NOTIZIA IN RETE
Come sfruttare i social network per diffondere un messaggio
C’è un modo per comunicare efficientemente nei social network? Ovvero, esiste una tecnica che possapermettere ad un messaggio di diffondersi meglio tra le maglie della rete sociale? A queste domande in parte risponde uno studio del professor Thomas Valente (ecco il suo orrendo sito: http://www-hsc.usc.edu/~tvalente/), che in realtà nasce per dare supporto ad un’altra questione: come utilizzare i social network per influenzare positivamente le persone.
La questione è che si è visto che le persone sono disposte a cambiare il proprio comportamento oppure il proprio modo di pensare, se il consiglio proviene da persone nella propria rete sociale. Questo è un atteggiamento valido anche offline, ovvero nelle relazioni con gli amici che spesso c’influenzano nelle decisioni e nelle credenze. In rete funziona allo stesso modo, anzi di più, poiché in pochissimi istanti possiamo conoscere l’opinione di una moltitudine di amici e decidere di conseguenza.
Premettendo che (purtroppo o per fortuna) non esiste un’unica e sempre valida formula magica per diffondere in modo efficace e capillare un messaggio, dallo studio si possono comunque individuare dellestrategie utili per rendere un messaggio virale.
Prima però è interessante leggere definizione di Viral DNA data da Mirko Pallera ovvero quel “codice genetico” che ogni messaggio “aspirante virale” dovrebbe avere. In altre parole il Viral DNA è una condizione necessaria al messaggio, ma non ancora sufficiente per per renderlo veramente virale ovvero che si possa prestare ad un massiccio passaparola in rete (e non solo).
Viral DNA: per dare un DNA virale al messaggio bisogna cercare una pulsione socio-culturale, inespressa, e darle voce attraverso la comunicazione, sfruttando possibilmente l’emozione – elemento fondamentale – come chiave per aprire (o sbloccare) quelle uguali emozioni (o credenze) intrinseche nelle altre persone. Esoterismo? Ma no, da sempre la migliore comunicazione si basa sulle emozioni. Su questo tema si potrebbe scrivere non un articolo, ma un intero libro… è chissà che non lo scriva sul serio!
Una volta che abbiamo chiaro il nostro messaggio, è necessario comprendere quale strategia usare per la sua diffusione.
Lo studio del professor Valente (University of Southern California) mette in luce 24 dinamiche, di seguito, per ragioni di spazio, ve ne racconto in breve 4.
Tattica n.1: gli influencer
Molto valida e fa uso degli influencer ovvero di persone influenti nel proprio campo. Prendono anche il nome di nodi oppure di ponti. Sono persone che generalmente hanno molto seguito, non per forza vip, ma comunque personaggi che hanno un’ampia rete sociale e che, soprattutto, sono molto seguiti. In altre parole il messaggio è dato prima a dei profeti che poi diffondono il messaggio presso la loro schiera sociale.
Tattica n.2: passaparola tra pari
Si cerca di spingere il passaparola, spesso lo si richiede proprio apertamente. È chiaro che qui si deve già aver lavorato per la creazione di una propria rete sociale, ad esempio una pagina fan oppure un gruppo, se si sta su Fecebook, ma anche followers, se si preferisce Twitter, e così via. Deve essere un messaggio che possa emozionare, oppure essere un vero vantaggio, ma anche una cosa divertente per chi la legge (o la vede o l’ascolta).
Tattica n.3: la segmentazione
Attraverso l’uso di software di ascolto, oppure con tanta buona volontà, tempo ed esperienza, si cerca d’individuare quei gruppi spontanei di persone che si aggregano attorno ad uno stesso tema, problematica o credo; dopo di che s’inietta il messaggio al suo interno. È chiaro che la comunicazione deve essere molto correlata con il gruppo di riferimento.
Tattica n.4: l’alterazione
Questa è complicata, infatti si tratta di ridurre in modo strategico le informazioni, in altre parole fornire delle informazioni preliminari che possano incuriosire, ma non fornire tutte le informazioni in modo da favorire l’interazione con le persone.
Esempio
Se si vuole provare a combattere l’obesità, è bene intervenire con una strategia a segmentazione, ovvero individuare gli elementi a rischio e creare un messaggio ad hoc. Diversamente se il problema è quello della diffusione del preservativo nelle scuole, un approccio basato sull’influencer potrebbe funzionare molto meglio.
È interessante riflettere sull’affermazione di Thomas Valente secondo la quale è più facile condizionare le persone attraverso l’uso dei social network che attraverso altre iniziative offline. Immagino che appena qualcuno dei nostri politici sentirà parlare di questo studio, vorrà immediatamente sfruttarlo per fini biechi ai quali, normalmente, essi sono abituati.
Lo scopo del professor Valente è invece benefico, il suo studio parte dalla domanda se sia possibile usare i social network per modificare il comportamento delle persone e renderlo più sano. Se vi va di leggere il suo studio (è in inglese) potete seguire questo link: Social Network Analusis. Tuttavia, si sa, non è che Einstein volesse inventare la bomba atomica!